CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE
Tra le principali patologie trattate un posto di rilievo è rappresentato dalle alterazioni dento-scheletriche.
Si tratta di anomalie caratterizzate da una alterata crescita delle ossa mascellari (in eccesso o in difetto) con inevitabile conseguenza sull’occlusione dentale e sull’aspetto estetico del viso.
La terapia per questo tipo di condizione è rappresentata da un trattamento combinato ortodontico-chirurgico.
È possibile associare molti interventi di chirurgia estetica quali rinoplastica, blefaroplastica e mentoplastica per un risultato ancora più armonioso.
Questi interventi possono richiedere l’anestesia generale e la degenza, vengono pertanto effettuati nel reparto di chirurgia della “Nuova Ricerca”, struttura sanitaria multidisciplinare situata nella stessa sede architettonica.
La Chirurgia Ortognatica
La chirurgia ortognatica è quella branca della chirurgia maxillo-facciale che si occupa della diagnosi e del trattamento delle malocclusioni dentoscheletriche.
La presenza di quadri di malocclusione, intendendo per malocclusione un “non corretto combaciamento dentale”, non necessariamente si associa a difetti a carico del supporto osseo dei denti, ovvero delle ossa mascellari.
Ovviamente maggiore è l’entità della malocclusione maggiore è la probabilità che questa non sia solo di origine dentale ma presenti anche un’ anomalia a carico della componente scheletrica.
L’anomalia potra presentarsi in eccesso, come avviene nelle terze classi da progenismo mandibolare oppure in difetto come avviene ad esempio nelle seconde classi da microgenismo.
Per la diagnosi e la terapia di una malocclusione dento-scheletrica il chirurgo maxillo-facciale e l’ortodontista lavorano in stretta collaborazione: l’ortodontista allinea i denti prima dell’intervento così che questi possano combaciare perfettamente al momento dell’atto chirurgico di correzione della anomalia scheletrica.
Quali sono le fasi di un trattamento Ortodontico-Chirurgico?
La terapia completa di solito comprende:
- L’ortodonzia prechirurgica (che dura in media da 6 mesi a 1 anno),
- L’intervento chirurgico
- Un periodo di convalescenza di 1-2 mesi
- L’ortodonzia postchirurgica di rifinitura (normalmente di 3-6 mesi).
E’ evidente che si tratta di una terapia lunga e impegnativa e che perciò va affrontata con una piena coscienza dell’obiettivo e del percorso che è necessario fare.
In cosa consiste l’intervento chirugico?
- Si tratta di un intervento in anestesia generale della durata media di 3-4 ore a seconda delle procedure necessarie.
- La degenza in struttura ospedaliera o casa di cura è di circa 2-3 gg.
- Non sono previste cicatrici esterne sul volto in quanto gli accessi chirurgici avvengono interamente passando dall’interno della bocca.
- Il paziente può già nella prima settimana dopo l’intervento riprendere la propria funzione masticatoria ricorrendo ad una dieta semiliquida/morbida per il primo mese.
Un volto armonioso è l’esito di una crescita e sviluppo equilibrato di tutte le parti che lo compongono intendendo queste rappresentate sia dallo scheletro facciale che dai tessuti molli.
In molti casi le anomalie dei mascellari si associano ad altri difetti facciali (naso, mento, zigomi). E’ possibile eseguire procedure di chirurgia estetica insieme alle procedure ossee sia in modo contestuale che differito.
In quest’ottica la chirurgia ortognatica viene pensata e realizzata con il fine di ottenere una soddisfazione delle aspettative del paziente sia sul piano funzionale che estetico.
La Chirurgia Ortognatica: III Classe Dento-Scheletrica
Vi presento il caso di un giovane paziente affetto da una grave malocclusione, giunto alla nostra osservazione con la richiesta di procedere ad una riabilitazione estetica e funzionale che potesse migliorare il suo sorriso e la sua funzione masticatoria.
L’analisi estetica del volto nella visione di fronte e di lato ci ha permesso di apprezzare una buona proporzione delle dimensioni verticali del viso in presenza di un deficit di crescita del mascellare superiore “ipoplasia del mascellare” associato ad un eccesso di crescita della mandibola “progenismo”.
La diagnosi clinica supportata dallo studio cefalometrico tradizionale ha deposto per un quadro di terza classe dento-scheletrica.
La proposta terapeutica è stata pertanto quella di un trattamento combinato ortodontico-chirurgico.
Nella prima fase di “ortodonzia prechirurgica” l’ortodontista ha allineato le arcate decompensandole; ciò ha determinato un momentaneo peggioramento della malocclusione con la creazione di un overjet fortmente negativo.
Prima della chirurgia l’aquisizione di una TC dello scheletro facciale ha permesso di simulare virtualmente l’intervento programmato e mediante l’utilizzo di appositi software valutare l’effetto che questo avrebbe determinato sui tessuti molli del volto.
Nel caso in esame oltre a una chirurgia ortognatica di tipo tradizionale si è ricorsi ad una tecnica di osteodistrazione alveolare mutuata dall’ortopedia dove viene tutt’oggi utilizzata per l’allungamento degli arti, l’osteodistrazione osteogenetica è una tecnica chirurgica ricostruttiva che consente di correggere le basi ossee scheletriche mediante formazione di nuovo tessuto osseo per distrazione graduale del callo di guarigione.
Nel caso in esame questa tecnica è stata utilizzata per creare lo spazio in arcata per un elemento canino superiore mancante successivamente riabilitato con implanto protesi.
L’ortodonzia postchirugica della durata di qualche mese ha raggiunto un un buon rapporto occlusale di prima classe.
Grazie alla chirurgia è stato possibile ottenere una maggiore armonia del volto e del sorriso del paziente.
L’approccio multidisciplinare ha reso possibile centrare l’obbiettivo iniziale di raggiungere una sua piena soddisfazione.